Spartan Race MXP 2015

1. In cosa ti sei sentito uno Spartano?

Silvia: Storicamente il coraggio è stato uno dei principali punti di forza per gli Spartani. Io ho tirato

fuori tutto il mio coraggio nel percorrere l’ostacolo della rete orizzontale (a maglia larghissima)

posta a credo quattro-cinque metri da terra, soffrendo di vertigini non è stato semplice, ma mi

sono detta come sempre che non è la paura che deve dettare le mie scelte, ma è il coraggio e…

ostacolo superato!

me1Roberto: quando il fango mi faceva scivolare ma io sono voluto arrivare in cima alla salita

arrampicandomi anche con le mani, quando l’ostacolo mi è sembrato troppo alto per superarlo ma

sono riuscito a saltare più di quanto immaginassi, quando ho aiutato un’altra spartana facendole

scaletta con le mani per aiutarla a superare il suo ostacolo, quando sopra la mia testa avevo il filo

spinato e sotto di me un percorso di oltre 40 metri nella fanghiglia e terra, strisciando fino alla fine

per saltare oltre il fuoco e poter dire “io ce l’ho fatta”.

2. Qual è stato l’ostacolo più difficile e quale quello più importante?

Silvia: una serie di pioli orizzontali posti molto in alto cui appendersi ed avanzare col la sola forza

delle braccia poiché richiedeva una forza fisica incredibile, penso che nemmeno dopo un anno di

palestra potrei conquistarlo! Così lo scotto che ho pagato sono state trenta flessioni!

Quello più importante direi i tratti di corsa in mezzo al fango che ci accompagnavano come un filo

conduttore ad ogni ostacolo: occorreva stringere i denti poiché i muscoli erano già provati dagli

ostacoli affrontati e i piedi sprofondavano quasi arenandosi nel fondo, così dovevi usare tutta la

forza che avevi per “scollarli” ed avanzare col passo della corsa, mantenendoti al contempo in

equilibrio.

Roberto: ci sono stati due livelli di difficoltà, una di natura “fisica” ed una “contingente”.

ostacolo fisico: muro inclinato verso il lato d’attacco. Mancando l’appoggio del piede, qui è servita

molta spinta sulle braccia e capacità di agganciare il muro con tutto il corpo

ostacolo contingente: non sono riuscito a salire le corde tra i container a causa del troppo fango sia

sulle mani che sulla corda, troppo scivolose per riuscire a fare presa. Dopo un paio di prove a vuote,

ho pagato il prezzo con i 30 burpees (in effetti, molti hanno pagato l’ostacolo)

Il più difficile, comunque, è stato l’ultimo passaggio nel fango sotto al filo spinato. C’erano molti

spartani sull’ostacolo rallentandoci a vicenda. La pioggia caduta poco prima ha aumentato la

fluidità del fango, riducendo la capacità di presa sulla salita e il rischio tagli del filo spinato sopra la

testa ha reso questo un momento molto impegnativo.

Degni di nota perchè molto faticosi sono stati il sacco sulle spalle e il mattone con la catena, da

trascinare e caricarsi sia in salita che in discesa. Eroici.

3. L’ostacolo che non c’era ma che ti piacerebbe trovare l’anno prossimo?

Silvia: tratti da percorrere buttandosi con carrucole giusto per mettere alla prova ulteriormente le

mie “vertigini”.

Roberto: la composizione del percorso ha soddisfatto pienamente le mie aspettative e il mio

divertimento. Gli ostacoli hanno messo alla prova le principali abilità richieste tipiche di un

ambiente “Spartano”, quindi con materiali e difficoltà abbastanza grezze.

4. Cosa hai provato quando hai tagliato traguardo?

Silvia: gioia e soddisfazione, ho dato il massimo, sfidando me stessa e superando i mie limiti.

Roberto: soddisfazione, orgoglio e voglia di una birra.

5. Essere un runner ti ha aiutato in questo tipo di gara?

Silvia: certamente, c’erano molti tratti percorribili correndo, così mi lasciavo andare ad un’andatura

sciolta e recuperavo abbondantemente il tempo perso in ostacoli dove la forza fisica, per esempio

delle braccia, la faceva da padrone. La resistenza fisica e mentale cui ti abitua il running fa la

differenza.

Roberto: molto, perchè ho avuto il fiato e la resistenza aerobica di correre ancora dopo gli sforzi

intensi per superare gli ostacoli. Soprattutto nella parte alta del percorso, tra i boschi, ho tenuto un

buon passo di corsa anche nel fango, ridandomi la sensazione di avere il controllo della situazione e

la capacità di continuare alla grande la sfida.

6. Come ti sei preparata/o per la Spartan Race?

Silvia: facevo seguire alle solite uscite di corsa di mantenimento esercizi specifici per rafforzare i

muscoli delle gambe nonché trazioni alla sbarra per rafforzare la parte superiore del corpo.

L’allenamento “in più” fortemente temprante è stato poi l’aver partecipato giorni prima alla

Strongman ( altra nota corsa ad ostacoli) , gara che mi ha decisamente aiutata nella preparazione a

questo tipo di corse.

Roberto: ho lavorato su tre allenamenti:

– resistenza, con uscite di fondo lento sui 18/19KM (1 volta a settimana) e allenamenti quotidiani sui 5km

– cross fit con routine full body e alcune sessioni specifiche per l’upper body (kettle bell/sbarra/bilanceri)

per riuscire a sollevare il mio corpo e tenere la posizione (molti ostacoli si basano sulla capacità di sollevarsi

sulle braccia)

– salto di ostacoli e spinta verticale (conoscendo bene la location – che si vede costeggiando l’aeroporto di

Malpensa – so che le continue salite del circuito sarebbero state il mio punto debole ed ho lavorato per

colmare questo gap)

(http://www.robertocipollini.it/2015/05/cross-fit-potenziamento-della-spinta-e-del-core/)

7. Quale attrezzatura e abbigliamento hai scelto?

Silvia: ho indossato tutto abbigliamento Reebok realizzato appositamente per le Spartan Race. Nota

di merito alle scarpe della All Terrain Series , le prime studiate appositamente per questo tipo di

gare ad ostacoli: hanno molto greep e rimangono al contempo leggere così mi permettevano di

percorrere le salite e le discese mantenendo un assetto stabile, senza scivolare e appesantirmi.

Roberto: outfit semplice e leggero, con maglia e pantaloni in materiale sintetico da running.

La differenza però sono state le scarpe da trail. La Reebok mi ha dato in prova delle All Terrain

Super Spartan, leggere, tecniche, drenanti e con un disegno nella suola specifico per queste

tipologie di terreni fangosi. Quando gli altri scivolavano all’indietro dalle salite fangose del circuito,

io ero ancorato al terreno e salivo come se stessi camminando sull’asfalto. Senza, avrei fatto molta

più fatica e perso molto più tempo.

8. L’organizzazione e la gara hanno mantenuto la promessa?

Silvia: assolutamente, è stata una corsa adrenalinica, dura e con ostacoli davvero impegnativi, dove

bisogna tirare fuori tutto il coraggio e la cocciutaggine che si ha per portala a termine da Spartano.

Roberto: la mia impressione è stata che sia l’organizzazione sia il risultato finale sono stati

all’altezza delle mie aspettative. Ciò che si compra è ciò che alla fine ti viene consegnato,

dall’emozione di una mud run tosta, complessa e ricca di sfide, fino all’ottimo materiale tecnico

fornito dallo sponsor, fino al divertimento di una giornata davvero speciale.

9. Qual è secondo te il segreto del successo della Spartan Race?

Silvia: perché metti alla dura prova te stesso in modo primordiale e per superare il percorso tiri

fuori quelle capacità istintive che da qualche parte giacciono ancora nell’inconscio e che non sono

poi così sopite.

Roberto: la SP gioca molto sulla voglia di divertimento e sfida, ma anche molto sull’immagine

cinematografica dello Spartano, dell’eroe, del guerriero capace di affrontare ogni ostacolo con

valore e coraggio. Il format vince perché ricrea quell’esperienza grezza, dura e sporca che ci

immaginiamo e che molti di noi vogliono poter affrontare come sfida personale, e vincerla.

10. Cos’è la Spartan Race?

Silvia: adrenalina allo stato puro, gioia, fiducia nelle proprie capacità, divertimento, fatica,

soddisfazione, stanchezza, carica, fango, sorrisi, coraggio … ti porti a casa un mix di emozioni ed è la

vera cosa che conta.

Roberto : è una Mud Run, corsa ad ostacoli tra fango e terra.

Il format nasce in Vermont con l’obiettivo di far superare i propri limiti agli atleti, arrivando alla fine di una

vera e propria corsa ad ostacoli, dove devi affrontare corse piene di fango, acqua, fuoco ed ostacoli,

disegnati proprio per farti scoprire lo Spartan che è dentro di te.

 


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